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Under the skin
Under The Skin - Regno Unito, 107'
Jonathan Glazer
La pellicola di Jonathan Glazer ha creato molto rumore (e purtroppo anche molti fischi) alla 70esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Ciò che ha alimentato la discussione tra i detrattori del film e coloro che al contrario lo hanno apprezzato pacatamente è la prova attoriale della star hollywoodiana Scarlett Johansson, che del film è la protagonista.
Under the Skin è la messa sullo schermo del romanzo di fantascienza omonimo dello scrittore olandese Michel Faber, uscito nel 2000 e che ha avuto un discreto successo internazionale. Scarlett veste i panni di un'aliena venuta sulla terra per cacciare uomini soli, adescandoli con la sua bellezza: il film è percorso dall'inquietante presenza di una forza superiore invisibile che comanda la protagonista e a cui questa si ribella.
Il motivo della ribellione è, come avviene spesso nella letteratura e nella cinematografia sci-fi, la presa di coscienza della protagonista e la sua lenta umanizzazione che la porteranno a diventare da cacciatrice a preda.
La pellicola non ricalca fedelmente il libro: in questa reintepretazione cinematografica infatti lo spazio maggiore lo ha la fotografia, che rivela la vocazione per il videoclip del regista. Ricordiamo infatti che Glazer ha diretto i videoclip dei singoli più celebri dei Radiohead come Karmapolice e di Karmacoma dei Massive Attacks.
Proprio come in questi video, anche Under The Skin fa uso di lunghi piani sequenza girati dal furgone con cui l'aliena si muove per le strade della Scozia. Di questo paese, Glazer ci restituisce tutta l'atmosfera angosciante e cupa, la nebbia e le piogge, le strade isolate e buie di città grigie e le campagne sterminate dove gli autobus passano raramente e le persone vivono esistenze solitarie.
Glazer ha rivelato in conferenza stampa che gran parte del film è stato girato con telecamere nascoste e che la Johansson ha recitato in anonimato tra la gente, che non l'ha riconosciuta (l'attrice ha infatti per questa pellicola i capelli neri invece della consueta chioma bionda) e che ha reagito nei modi più disparati, soprattutto nella scena che decreta la svolta emotiva della protagonista, quella in cui l'aliena, camminando per strada inciampa e cade a terra. Il regista ha raccontato che molti sono rimasti spiazzati alla vista di questa donna che restava inerme a terra, altri l'hanno soccorsa, altri ancora l'hanno ignorata.
Come in Birth – Io sono Sean, Jonathan Glazer ci racconta nuovamente la solitudine e la difficoltà di comunicazione: nella precedente pellicola, la protagonista Nicole Kidman rimaneva incompresa nel suo tormento e nei suoi dubbi, divisa tra la razionalità e il dolore; in Under the Skin, la protagonista è straniera perché aliena e estranea perché in un corpo di cui non comprende le sensazioni e le emozioni.
Per gli amanti del genere fantascientifico, sarà balzata all'occhio qualche citazione di pellicole cult: Assalto alla terra, Ultimatum alla Terra e L'uomo che cadde sulla Terra per dirne alcuni. Dalla reazione della platea crediamo non siano stati sufficienti a convincerli della bontà del film, come non vi è riuscita neanche una colonna sonora davvero interessante.
Io, alla fine dei conti (regia fotografia colonna sonora interpretazione), avanzo un dubbio: che il film sia stato accolto con più di un pregiudizio e che fuori dalla kermesse di Venezia avrà un altro effetto. Meglio aspettare allora l'arrivo nelle sale per decretarne o meno il flop.
Per la redazione Marcello Bonini
- Venezia 70.
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