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Philomena
Philomena di Stephen Frears poggia su uno dei più classici clichè cinematografici, quello della strana coppia. Si prendono due personaggi diversissimi l'uno dall'altro e li si fa incontrare/scontrare per far ridere il pubblico. Il regista inglese affida furbescamente questi due ruoli a due attori inglesi di consolidato mestiere, sapendo di non poter fallire. E infatti Judi Dench e Steve Coogan sanno perfettamente cosa fare, e il loro continuo battibeccare è gustosissimo. Lei è un'irlandese semplice e senza cultura, lui un giornalista raffinato ed erudito. Ovviamente entrambi impareranno qualcosa l'uno dall'altra, e soprattutto lui capirà il valore della semplicità. C'è però un dettaglio di cui tener conto. Philomena non è una commedia, ma un film drammatico, ispirato alla vera storia di una donna decisa a ritrovate il figlio che le suore che l'hanno cresciuta le hanno tolto. È il tocco di Frears, che grazie al trucco della strana coppia riesce a rendere godibilissimo un possibile drammone strappalacrime, e non si possono non apprezzare certi colpi diretti alle istituzioni cattoliche (accolti da risate e applausi a scena aperta dal pubblico del festival). In effetti, a conti fatti, il film funziona (molto) meglio sul versante della commedia, brillante e dai tempi perfetti, che su quello del dramma, semplicistico e con un'irritante lezioncina finale sul perdono da parte di Judi Dench (è una regola ferrea della strana coppia: il sempliciotto è sempre più saggio dell'intellettuale).
Tutto il film si esaurisce in questo, in tanto solido mestiere al servizio di un film che più furbo non si può. C'è tutto quello che al pubblico piace: un tema importante, continue battute, una star internazionale e un po' di cattiveria ma non troppa. Sono le fondamenta di buona parte del cinema di Frears, e fino ad ora il successo dei suoi film gli ha dato ragione. Pure questa volta pare avere fatto centro, e tanto il pubblico quanto la critica hanno applaudito convinti la pellicola, che ha nella sua protagonista una candidata fortissima alla Coppa Volpi (e c'è già chi dice anche all'Oscar). Ma a conti fatti non è altro che un film discreto, piacevole da guardare ma con poco da dire. Anche la tanto apprezzata critica alla Chiesa non è spinta fino in fondo, dimostrando, una volta di più, che Philomena rientra in quella amplissima pletora di film fatti per un unico motivo: piacere. Spesso falliscono risultando patetici; qui, per lo meno, intervengono la competenza di Frears e il talento di Dench e Coogan a ottenere il risultato preposto.
Scheda del film
Per la redazione Marcello Bonini
- Venezia 70.
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Kaze Tachinu (The wind rises)
Kaze tachinu, izaikimeyamo: si alza il vento, dobbiamo provare a vivere. Dal verso di una poesia di Paul Valéry il titolo del decimo e ultimo film di Hayao Miyazaki.
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A Venezia il film d'esordio di Gia Coppola, nipote di Francis Ford Coppola.
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Il film di Kelly Reichardt racconta la storia di tre ambientalisti che scoprono che una loro azione dimostrativa ha avuto una drammatica conseguenza.
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Parkland
Parkland ripercorre le vicende caotiche verificatesi a Dallas, in Texas, il 22 novembre del 1963, il giorno in cui fu assassinato il presidente John F. Kennedy.
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Zoran, il mio nipote scemo
"Chi lassa el vin furlan, xè proprio fiol de un can". Tanti applausi a Venezia per l'esodio di Matteo Oleotto come regista.
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Miss Violence
Uno dei film più riusciti e potenti del festival, testimone di una cinematografia, quella greca, vivace e ricca di autori interessanti.
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L'intrepido
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Moebius
Esce nelle sale italiane il film di Kim Ki-Duk presentato fuori concorso alla 70. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
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Under the skin
La pellicola di Jonathan Glazer, con Scarlett Johansson ha creato molto rumore (e purtroppo anche molti fischi) alla 70esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
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Ana Arabia
Ana Arabia è ambientato in unico luogo, un'enclave araba nella città ebraica di Jaffa, dove una giornalista si reca per un'intervista, ecco il film di Amos Gitai girato in un unico piano sequenza.
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Stray Dogs
La pellicola di Tsai Ming-liang, il regista cinese già Leone d'oro nel 1994 con Vive l'Amour, quest'anno non suscita grandi entusiasmi con Stray Dogs, anzi c'è chi ha parlato del suo film come di "un film che rappresenta la morte del cinema".
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The zero theorem
The zero theorem di Terry Gilliam sembra a tratti una rivisitazione meno ispirata del ben più riuscito Brazil, riempito di scippi a tutto il cinema di fantascienza dell'ultimo quindicennio.
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Tom à la ferme
Xavier Dolan, enfant prodige del cinema canadese, ha 24 anni, quattro lungometraggi alle spalle e, tra i tanti riconoscimenti, numerosi premi ottenuti a Cannes e Toronto. Tom à la ferme, il suo ultimo lavoro presentato in concorso a Venezia, è risultato essere uno dei film più interessanti di questa edizione del festival!
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Sacro GRA
Sacro GRA non è una storia, ma tante storie. Anzi, non storie, ma vite. Sacro Gra il documentario di Gianfranco Rosi che si è aggiudicato il Leone d'oro alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia.
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Philomena
Judi Dench e Steve Coogan interpretano per Frears uno dei più classici clichè cinematografici, quello della strana coppia.
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Child of God
James Franco arriva alla Mostra con un lungometraggio realizzato a partire dall'omonimo romanzo di Corman McCarthy.
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Joe
Nicholas Cage nel ruolo principale dell’ex detenuto Joe Ransom, un uomo collerico con una vita dura alle spalle che sta solo cercando di dominare il suo istinto a cacciarsi nei guai.
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Ad inaugurare la settantesima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia sono i venti minuti di pianosequenza che aprono Gravity, il nuovo film di Alfonso Cuarón, con Sandra Bullock e George Clooney.
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Un Kafka neorealista. Ecco cos'è Via Castellana Bandiera, l'opera prima di Emma Dante in concorso al Festival di Venezia.
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Tracks
Prendete Into the wild di Sean Penn, sostituite l'Alaska con l'Australia, ed avrete Tracks, il film di John Curran in concorso a Venezia.