Regia: James Franco
Con: Scott Haze, Tim Blake Nelson, Jim Parrack

James Franco è noto per la sua iperattività artistica, visto che ogni anno mette in cantiere un numero imprecisato di film da attore, progetti da regista e libri da scrivere. Infatti quest'anno arriva a Venezia con due film: Palo Alto, che Gia Coppola, nipote del più noto Francis Ford, ha tratto da una raccolta di suoi racconti, e, soprattutto, Child of God, il lungometraggio che l'artista americano ha realizzato a partire dall'omonimo romanzo di Corman McCarthy. Il libro racconta di Lester Ballard, uomo che vive nei boschi del Tennessee, emarginato dalla società e più vicino allo stato ferino che a quello umano, destinato a scivolare sempre di più verso la brutalità. Franco cerca di tenersi il più vicino possibile alla sua fonte, mantenendo la struttura in capitoli del romanzo, le voci fuori campo che raccontano i dettagli della vita del protagonista, e persino alcuni brani del romanzo, impressi sulla pellicola. E se lo scrittore non indulgeva nel raccontare gli orrori di Ballard, il regista ha mostrato grande coraggio nel non nascondere nulla, anzi, decidendo di sbattere in faccia allo spettatore, senza alcuna censura, ogni disgustoso o macabro dettaglio. Ed è forse proprio per la natura stessa del mezzo cinematografico, senza comunque tralasciare il talento di Franco, che Child of God film risulta ancora più efficace del Child of God romanzo, e senza diventare esplicito o troppo diretto, porta avanti una riflessione sulla natura dell'uomo chiara e, nel suo essere forse disturbante, affascinante. Ballard vive il più puro degli stati natura, e ha come unici bisogni quelli fondamentali: mangiare, bere, dormire, riprodursi. Non c'è alcuna vera malvagità in ciò che fa, perché non essendoci in lui alcuna forma di morale, non è mosso da altro che dall'istinto. È al di qua del bene e del male. Al contrario, la morale esiste nella società civile e nei suoi abitanti, i "children of men". Loro sì che, vivendo in uno stato di diritto e sapendoli distinguerli, possono compiere il bene e il male, concetti estranei al reietto Ballard. Quindi, sono i bravi cittadini di Sevier County i veri "cattivi" del film, e gli unici a compiere qualcosa di crudele. Non perché le azioni di Ballard non siano terribili, ma perché non è possibile classificarle secondo categorie umane. Se non consideriamo malvagio il leone che sbrana la gazzella, allora non possiamo considerare malvagio nemmeno Ballard. In questo si evidenzia una sottile, ma feroce, ironia nera, presente già nel titolo del film, che fa capire quanto il suo prostagonista, essendo in tutto e per tutto un animale, sia più vicino al divino di quanto lo siano gli uomini "normali", così lontani dalla purezza del creato.

Durante la proiezione riservata alla stampa, non è mancato chi è uscito durante il film. Del resto, non è facile rendersi conto di come i concetti attraverso i quali noi vediamo e valutiamo il mondo, altro non siano che mere costruzioni mentali.

Scheda del film

Per la redazione Marcello Bonini