GYO: Tokyo Fish Attack
di Takayuki Hirao - Giappone, 2012
('70, Digitale, Versione originale con sottotitoli in italiano)

La giovane Kaori, insieme alle sue amiche Aki ed Erika decide di trascorrere le sue vacanze da neo laureata nell'isola di Okinawa. Una sera, mentre tornano alla casa di villeggiatura dove devono pernottare, le ragazze sentono improvvisamente un terribile olezzo pervadere l'aria tutt'intorno a loro e si imbattono in una singolare creatura: un pesce con delle zampe aracnidi di metallo. Tuttavia questo è solo il principio di una vera e propria invasione di creature marine che, mutate geneticamente, cominciano a invadere prima Okinawa, e in seguito anche Tokyo, dove si trova Tadashi, il fidanzato di Kaori. Una volta appresa la terribile notizia, la ragazza decide di correre in soccorso del proprio ragazzo e ricongiungersi a lui. Durante il viaggio aereo Kaori fa la conoscenza di Shirakawa, un giovane reporter, che decide di aiutarla nella ricerca del fidanzato. Ma l'invasione delle immonde creature si fa sempre più crescente, tanto da diventare una reale minaccia per l'intero Giappone.
Divenuto celebre per aver diretto serie tv quali Texhnolyze, Paranoia Agent e Death Note e per la regia del 5° film di The Garden of Sinners, Takayuki Hirao con Gyo: Tokyo Fish Attack non rispetta appieno le aspettative, realizzando un prodotto mediocre, pur avendo tra le mani una storia dalle grandi potenzialità.
Sebbene l'animazione si attesti nella media dei lungometraggi giapponesi - alternando disegni ad immagini in computer grafica neanche troppo fastidiose - il risultato finale è una storia debole nella sceneggiatura quanto nelle situazioni e nelle mancate caratterizzazioni dei personaggi, le cui azioni rispecchiano la confusione a monte di tutto il lavoro.
Il regista giapponese, pur prendendo spunto dall'omonimo manga horror di Junji Ito, apparecchia situazioni a tratti grottesche, gratuitamente spinte o violente, coniugandole con tematiche da b-movie che fanno spesso sorridere, alla stregua di un film della Asylum.
Tutto ciò porta Gyo a non risolvere e spiegare l'origine del virus che ha dato inizio all'epidemia.
Dunque un prodotto a metà tra l'horror e il genere b-movie, ma che non trova mai il giusto equilibrio tra i due.

Per la redazione Gianluigi Fanelli