O APÓSTOLO

di Fernando Cortizo - Spagna, 2012
('80, Digitale, Versione originale con sottotitoli in italiano)

La storia di O Apostolo è la storia di Ramon, un detenuto evaso di prigione e diretto verso Xanaz, remoto e lugubre villaggio della penisola iberica, situato lungo il cammino di Santiago. Ma il viaggio del fuggitivo è tutto fuorché spirituale: l'uomo è infatti alla ricerca di un tesoro nascosto anni prima, da un suo compagno di cella, nella casa di una vecchia signora. Il villaggio, che all'apparenza sembra abitato solo da pochi anziani
e da un misterioso parroco, presto si rivelerà essere sopravvissuto ad una maledizione che si rinnova da oltre 600 anni, e che coinvolgerà lo stesso Ramon; i decrepiti abitanti di Xanaz sono invero alla ricerca di anime da scambiare con la Morte stessa, e il malcapitato furfante sarà costretto a misurarsi con il soprannaturale per poter salvare la propria vita.
Dopo sei anni di duro lavoro, il regista spagnolo Fernando Cortizo regala all'intero panorama europeo il primo lungometraggio stereoscopico in stop motion che mancava da tempo alla filmografia del Vecchio Continente.
Dopo aver diretto numerosi corti d'animazione quali Black Cat Spantat e aver collaborato come assistente alla regia di alcuni film del regista iberico Mario Iglesias, quali De Bares e Relatos, Cortizo stupisce tutti con questo racconto d'avventura oscuro e misterioso, la cui atmosfera viene sottolineata non solo dall'ottima fotografia e scenografia, ma indubbiamente anche dalla discreta e allo stesso tempo perentoria colonna
sonora del trio composto da Philip Glass, Xavier Font e Arturo Vaquero: si alternano, infatti, lungo tutta la pellicola le note del pianoforte ai lugubri ululati del vento, a cori solenni di matrice religiosa, a scricchiolii di ammuffite soffitte e stanze segrete.
O Apostolo, riesce sapientemente ad unire momenti di grande tensione emotiva ad altri in cui l'humour nero del racconto si esplica in tutta la sua chiarezza, trovando il suo climax proprio nel finale.
La grande sceneggiatura di Cortizo aiuta poi lo spettatore ad immergersi perfettamente nella precaria situazione del protagonista, sempre in equilibrio tra la vita e la morte, per poi lasciare a chi guarda un riso amaro sulla faccia. Un riso che emerge senza equivoci davanti all'evidenza della meschinità umana e alla quale anche la fede deve arrendersi. Qualche volta.

Per la redazione Gianluigi Fanelli