CONSUMING SPIRITS
di Christopher Sullivan - USA, 2012
(136', Digitale, Versione originale con sottotitoli in italiano)

L'impatto con Consuming Spirits è devastante. Non è un film brutto, è solo... spiacevole. Ed è cosciente di esserlo, potrei scommetterci sopra un gruzzoletto piuttosto corposo. Per un progetto totalmente indipendente, del resto, non solo è utile differenziarsi dalla massa con stili e trovate sempre più insolite ma è anche necessario fare di necessità virtù e trasformare le ristrettezze produttive in punti di forza. Troviamo quindi un tipo di animazione ridotta alle estreme conseguenze, asciugata e impegnativa da digerire. Un misto di stop motion, disegno tradizionale molto stilizzato, parchissimo di fotogrammi e collage animato, con personaggi ed elementi dello scenario realizzati a mano su cartoncini stratificati a più livelli e mossi tramite ganci e corde, fortunatamente invisibili. Per farvi un'idea semplice, pensate ad un teatrino giocattolo, cartonato, che forse qualcuno di età non troppo giovane poteva avere in casa da piccolo.
Tutto molto "indie", quindi. Un grosso prezzo da pagare ma posso assicurarvi che la rappresentazione a video è assolutamente indicata al racconto, altrettanto impegnativo.

La storia rivolge le sue attenzioni intorno ad un gruppo di tre personaggi principali, legati un poco dall'alcool ed un poco da rapporti che si andranno a scoprire con il tempo. L'atmosfera è quella della provincia americana, paesi come tanti in mezzo al nulla, nei quali però la vita serena è solo un lontano ricordo, perché gran parte dell'umanità dipinta è, sinceramente, malata. Vivono di meschinità, di paranoie, di tarli mentali, di opportunismi, affogati nel loro squallore quotidiano che alimenta sempre di più le mostruosità insite in loro. Da qui, evidentemente, il tratto grafico che li caratterizza.

Diverse idee mi sono piaciute. Una è la rappresentazione degli esterni come fossero piccoli presepi amatoriali, popolati da pupazzi, case di carta e automobiline. Un'altra è una scena centrale, a matita, nero su bianco, molto intensa per tratto ed accompagnamento sonoro. Un'altra ancora sono le mani dei personaggi, alle quali spesso vengono dedicate delle inquadrature particolari, mentre scrivono, tagliano, incollano, cercano attrezzi all'interno di cassetti pieni di cianfrusaglie. Sono adunche, nodose ma si muovono con puntigliosità e con la stessa disturbante paranoia dei loro proprietari.
Forse tutto ciò potrà incuriosire i più temerari ma la maggior parte del pubblico dovrà scontrarsi con un minutaggio sinceramente eccessivo che sfiora le due ore e un quarto ed una maniera di raccontare e di mettere in scena temi già di loro non facili che, francamente, scoraggia più che incuriosire. Ripeto, non è un brutto film, non è un fallimento, semplicemente va preso con molta calma e sangue freddo.

Consuming Spirits è in replica mercoledì 17 aprile alle ore 11.00. Sconsigliato a chi già possiede istinti suicidi.

Per la redazione Eugenio Goi