DEAD SUSHI
di Noboru Iguchi - Giappone, 2012
(112', Digitale, Versione originale con sottotitoli in italiano)

La seconda serata del festival vede come protagonista l'horror splatter di Noboru Iguchi, regista giapponese che ci ha già deliziato con follie notturne come Zombie Ass, e che si presenta quest'anno con una storia focalizzata sul cibo più usato nella cucina giapponese, il sushi.

Dead sushi, infatti, racconta proprio questo: la genesi e la varietà del sushi, attraverso le avventure di Keiko, figlia di un cuoco leggendario, che si ritroverà ad affrontare una potente maledizione in grado di riportare in vita il sushi e di trasformare tutto ciò che lei conosceva in mostri spaventosi.

Amore, odio, vendetta, sesso e arti marziali si fondono in maniera perfetta, dando origine ad una pellicola dai toni tanto dissacratori e irriverenti quanto originali e umoristici.

Iguchi estremizza ogni rapporto umano ed ogni situazione, ricorrendo a pregevoli effetti speciali low cost ed effetti sonori che immergono lo spettatore sempre più in un'atmosfera straniante e al tempo stesso affascinante, che coinvolge e tiene incollati alla poltrona.

Il cast, nel quale spicca Rina Takeda, non sfigura e si dimostra preparato perfino nelle situazioni più bizzarre, come quando Keiko si ritrova ad affrontare un mostro assetato di vendetta con la testa di tonno, armato di ascia ed inizia a prenderlo a calci con una facilità impressionante, come se fosse all'ordine del giorno.

Sushi carnivoro, mostri sputa-riso, sangue e risate a ripetizione...ci sono proprio tutti gli ingredienti per un'opera particolare e da non perdere, ovviamente a base di sushi.

Per la redazione Luigi Zambonelli 

Rubando il commento di un giornalista che era in coda con me, all'entrata, si può dire che in quest'annata il vero filo conduttore non siano affatto i mostri ma il pesce. E la gente sembra averlo capito. Alla proiezione di Dead Sushi c'erano talmente tanti spettatori paganti, che noi accreditati come stampa abbiamo rischiato di restare fuori dalla sala! Sarà perché la proiezione era preceduta da un buffet a base di tale alimento e l'italiano medio, si sa, venderebbe la madre pur di accaparrarsi un boccone di sushi, con quello che costa. Sarà perché il filone horror-trash sopra le righe di Noboru Iguchi è sempre una garanzia che puntualmente si ripresenta agli affezionati festival (suoi erano anche l'eccessivo Zombie Ass e lo scombinato Karate-Robot Zaborgar). Fatto sta che la sala gremita ha potuto godere di quest'altra perla di genere. Molto di genere.

Una giovane giapponese è abilissima nel preparare sushi ma il padre esigente non la ritiene all'altezza e lei scappa di casa. Troverà lavoro in un grande albergo dove una comitiva aziendale si ferma per apprezzare le prelibatezze locali. Ma un oscuro individuo, mosso da rancori personali, scatenerà l'inferno su tutto l'esercizio, un inferno a base di sushi mutanti, volanti e letali come piranha. Per molti non ci sarà scampo.

Questa è, in sostanza, la base narrativa del film, sulla quale si innestano tutti i marchi di fabbrica del regista che in questi anni abbiamo imparato a conoscere: demenzialità, gag licenziose, gusto per l'horror/splatter paradossale ed, ultime ma non ultime, le risse a base di arti marziali. Come farsele mancare? Dead Sushi fonde tutto ciò in quello che sembra uno dei lavori più riusciti di Iguchi, che si lascia apprezzare per il giusto dosaggio di ogni ingrediente, senza straripamenti fuori controllo e per la messa in scena, sempre di stampo a basso budget ma divertente e comunque professionale, quasi da cartone animato.

E se questo film, assieme a Padak, non vi hanno ancora convinto a lasciar perdere la pesca, potrete sempre chiudere il cerchio con GYO: Tokyo Fish Attack.

Per la redazione Eugenio Goi