PAINTED SKIN: THE RESURRECTION
di Wuershan - Cina, 2012
(130', Digitale, Versione originale con sottotitoli in italiano)

Secondo antichi racconti cinesi, è necessario che passi un secolo affinché un demone possa assumere una forma umana; ed è importante che questi si cibi di cuori umani per poter provare dolore, passione, poter abbracciare la vera esistenza terrena. Tuttavia, una leggenda racconta che se un cuore umano viene deliberatamente offerto ad un demone, il suddetto può sperimentare l'esistenza di un essere umano in carne ed ossa. La storia di Painted Skin: The Resurrection è dunque la storia di Xiaowei, uno spirito volpe
millenario, imprigionato per tanti e lunghi secoli sotto la superficie di un lago ghiacciato, colpevole di aver violato le leggi del mondo dei demoni. Dopo aver attirato a se lo spirito uccello Que'r, che la libera dalla prigione di ghiaccio, Xiaowei è costretta ad affrontare un'ardua scelta: abbandonarsi alla morte oppure abbracciare una vera forma umana. Lasciatosi alle spalle il gelo del ghiaccio, il demone riacquista forza e giovinezza strappando il cuore dal petto di uno straniero, sedotto grazie alla sua grande avvenenza. Ma tale gesto le si ritorcerà ben presto contro, poiché lo straniero è il Principe del regno di Tianliang, promesso sposo della principessa Jing, della Dinastia Han, il cui vincolo sacro dovrà sancire la pace tra i due regni in lotta. Sarà l'incontro tra Xiaowei e la principessa a cambiare per sempre le sorti dell'impero e porre le due protagoniste di fronte a scelte esistenziali dall'incomputabile importanza.
Dopo numerosi lungometraggi tra i quali Soap Opera, The Butcher e The Chef and the Swordsman, divenuto immediatamente un cult a seguito della presentazione all'edizione 2010 del Toronto Film Festival, il regista mongolo Wuershan con Painted Skin: The Resurrection apparecchia una storia dalla forte componente epica e dal grandissimo impatto visivo - soprattutto per quanto riguarda la nitidissima fotografia e la scelta
dei coloratissimi costumi - ma che tuttavia si perde in un ritmo troppo blando per poter reggere solidamente i 130 minuti di pellicola.
Sequel solo nominale del Painted Skin (2008) di Gordon Chan, il film fa mostra di una notevole coreografia, per quanto concerne le poche scene di combattimento, sebbene l'uso dello slow-motion non sia nuovo al cinema di ultima generazione; basti pensare a 300 di Zack Sneider, al quale Wuershan si ispira chiaramente.
Le scene, costruite in piano sequenza, vanno a dilatare innaturalmente il tempo concesso allo spettatore per dar modo a questi di osservare ogni dettaglio della sequenza girata. Scene tuttavia onnipresenti ed eccessive e che si accompagnano ad un uso troppo frequente di flashback, che rendono la narrazione frammentata e a tratti visibilmente didascalica. A questi elementi si va ad aggiungere l'uso degli effetti CGI, non eccelsi ma tuttavia in linea con la media cinese.
Malgrado ciò la pellicola si dimostra un buon blockbuster di intrattenimento, grazie alle belle interpretazioni delle due protagoniste femminili Zhou Xun (Xiaowei) e Vicki Zhao (Jing), attraverso le quali il sentimento dell'amore e l'importanza di una scelta esistenziale diventano il fulcro e il messaggio finale di una storia epica e dai grandi valori morali.

Per la redazione Gianluigi Fanelli