Proiezioni come queste sono le occasioni di recensione più facili per noi scribacchini. Il perché è presto detto: Zombie Ass trascende ogni giudizio ed ogni analisi. Come si potrebbe recensire obiettivamente un film dove un non morto esce da un cesso alla turca mentre un'avvenente ragazza vi è piegata sopra intenta a petare come non mai, causa un mal di stomaco allucinante? Con tanto di palpata alle terga della poveretta?!

La "storia" dietro al tutto è di ben facile descrizione: prendete una manciata di giovani giapponesi bene assortita, composta da una ragazzina che mena come un fabbro, una sua amica, un tossico, una bellona, un nerd ed infilateli in un'auto diretta ad una gita in collina. Il resto viene da sé. Essendoci una base horror/splatter dietro alla ostentata demenzialità del titolo, il gruppo finirà in una sperduta località infestata da zombie e parassiti che... ebbene sì, escono anche dalle latrine! Chi sarà la mente malvagia responsabile di tutto ciò? Chi riuscirà a salvarsi?

Essendo, come già detto, un prodotto che va al di là del bene e del male, Zombie Ass non si risparmia nulla e sposta in là di una tacca il limite del cattivo gusto. Sono cosciente che spesso sono frasi fatte, dette così, tanto per enfatizzare ma, per quanto mi riguarda, non ho davvero mai visto niente di simile. In un'ora e mezza si alternano culi, cloache, peti, clisteri da mezzo litro, arti marziali, tette di adolescenti, mutandine e tentacoli! Insomma, il meglio del peggio che si possa spremere dall'iconografia splatter, demenziale ed hentai del sol levante.

Un film da recuperare, mi si è chiesto? A mio giudizio sì, se non altro per poter dire, come me: "Ho visto cose che voi umani..." e perché va preso per come è stato concepito: un divertissement che rimane confinato nei limiti della sala cinematografica. E mentre scorrevano i titoli di coda, il pubblico, all'uscita della sala, si divideva in due nette categorie: espressioni positivamente incredule, magari ridacchiando tra amici o, al contrario, volti basiti; specie alcune ragazze, rosse come peperoni, che volevano solo andare a casa per infilarsi sotto la doccia e dimenticare tutto. A voi la scelta, quindi. Ma sappiate che Zombie Ass non fa prigionieri.

 

Eugenio Goi