BIG CLANG BANG

 

Un progetto più unico che raro quello proposto dal Future Film Festival per inaugurare l'edizione del 2012, un BIG CLANG BANG tutto da scoprire, o meglio attraversare muniti del proprio bagaglio di cultura cinematogrfica! Oppure da fruire ad orecchie ed occhi ben aperti, colti dallo stupore che si può avere solo nel ritrovarsi davanti tutti assieme così tanti scorci di film catastrofici accompagnati da una colonna sonora costruita ad hoc live da un musicista del calibro di Bill Laswell.

Dunque la musica, di Bill Lasswell, bassista polistrumentista, produttre discografico americano, personaggio che ha dell'incredibile solo per l'eterogeneità che si annovera tra le sue collaborazioni: Yoko Ono, Whitney Houston, Carlos Santan, il Dalai Lama, Mick Jagger, Laurie Anderson, Sting.
L'immagine, di Cristiano Travaglioli, autore italiano, montatore per Sorrentino, Guzzanti, Sofia Coppola, salito alle stelle grazie alla candidatura ai Nastri d'Argento ed al David di Donatello come milgior film editor per il Divo.

Un'opera divisa in 4 fasi dalla durata equivalente ma dalle diverse intensità. L'obiettivo: creare un iperfilm catastrofico per costruire una nuova catastrofe. Ne viene fuori una sinfonia visiva, divisa per l'appunto in quattro sezioni, riassumibili in:
-ATTESA
-ESPLOSIONE
-COABITAZIONE
-NUOVO MONDO

Si tratta di ritagli di film cuciti con un ago così spesso in grado di attraversare ed unire anche i tessuti più rigidi ed ostili. Il patchwork che ne esce è un lungo e pesante mantello che cade morbido sulle spalle di Laswell, adattandosi alla sua forma e al suo respiro, lasciandogli il giusto margine d'azione perché possa darle vita senza forzarlo.
Due elementi che si adattano uno con l'altro, dove la musica indossa il video e ne viene coperta per trovare protezione e riparo e l'elemento cinematografico campeggia fiero e mutevole sulle onde del corpo che veste.

Le scritte "Phases" spiccano in un font minimal ma dal respiro vintage analogico-fantascentifico, a sottolineare le radici della nostra cultura cinematografica d'azione-horror-catastrofica.
E qui arriva il lato più interessante: Travaglioli riesce a reperire materiale dai film piu disparati, cogliendone particolari e dettagli di film celebri ma di difficile individuazione che accostati si completano creando trame e simbologie: alla fine, un vero e proprio nuovo film dal coerente filo narrativo.

Per toccare la perizia tecnica e la sottigleizza con cui Travaglioli giostra la sua manualità di montatore è interessante notare il collage della prima Phase. Il nostro montatore punta qui l'attenzione sugli occhi, regalando un avvicendamento di sguardi nutriti di paura inquietudine e alienazione sospesi e persi nell'attesa e nell'angoscia contrappuntati ad una camera che indugia su dettagli naturalistici, portando in risalto la forza e l'azione concreta del mondo animale contro l'alienazione umana. Attraverso svariati effetti vertigo e movimenti di crane ad effetto una cinepresa distante dagli avvenimenti, lontana dai personaggi, invita formalmente alla riflessione sul rapporto tra piccolo e grande, individuo e mondo. Resistenza fisica e resistenza psichica.
Dal dettaglio di un mano poggiata sull'asfalto all'uscita di scena della camera in un sostenuto piano sequenza fino a svelare una enorme massa di gente stagliarsi su uno degli incroci più famosi di Chicago alle zampe di due formiche, in controluce, che all'interno di una cavità sopportano e trasportano sotto della terra che frana un peso quattro volte il loro. E così via, tra insetti giganti e sguardi persi contornati da capelli spazzati da un vento improvvviso per ripassare ai vertigo catastrofici.

Seguendo una specifica traiettoria, si passa dal quotidiano movimento ad cortocircuito di animali-individiualità annientata-impatto-invasione-sguardo-visione-ricognizione.
Lo stile freddo, il simbolismo insito, l'immaginario profetico, l'astrazione utopica, il pessimismo cosmico, l'incomunicabilità umana. Viene da pensare spesso ad Antonioni oggi.
Alcuni dei film citati: Armageddon, Deep Impact, L'ultimo uomo della terra, Omega Man, Io sono Leggenda, L'esercito delle 12 scimmie, The tree of life, Matrix, Phase IV.

Si passa poi alle altre fasi, dove il cortocircuito continua declinato in un'odissea di immagini, passando attraverso i movimenti tematici riassunti di seguito:

PHASE II // deflagra la bellezza distruttoria:
Attacco invasione incontro
infezione-distruzione-crollo-esplosione-onda
fuga

PHASE III // isteria:
risata isterica
conseguenze catastrofiche
dead man walking
mondo hippie-> "ma cos'è davvero importante nella vita, se non si può stare insieme vivere insieme camminare per la strada in maniera tranquilla" sostiene un ragazzo hippy pescato da qualche vecchia pellicola degli anni 60, interrompendo il flusso musicale elettronico.
Ma Ray Milland ci ricorda che il nostro mondo è ora composto di

"arti senza pelle
insegne senza sostegno
fili senza pali
travi senza cemento
(...)
la carne è dissolta in un acido di luce"

un quadro esemplificativo e conclusivo, che ci immerge direttamente nella:

PHASE IV // rinascita antropomorfa:
rinascere sotto nuove forme di vita
squarciare il velo, andare al di là
tentativi sovra, oltre-umani (frugare tra ciò che resta per farne protesi di noi stessi)
"E di tutto rimangono solo i rottami, persistenti come un incubo senza fine", citando Cronemberg.

Fino alla fine, Il pensiero alla serie di fringe, a Cronemberg, al caro chris cunningham diventa costante.
Finché privo del consolatorio appoggio di una trama, l'orrido ed il mostruoso non sono più esplicati ma piuttosto implicati nella natura umana.
Eppure, non c'è una vera fine, o meglio una fine c'è, ma non una via s'uscita, il cerchio si cghiude e la rinascita avviene davvero, la teoria del big bang parlava chiaro, e Travaglioli se ne fa convinto assertore, lasciandoci con 6 minuti a sorpresa, in un'animazione cartoon che dall'implosione più potente ci sia mai stata ci mostra il rottame di una bottiglia, gocciolante un materia molle e densa, che si trasformerà in un blob, e poi in un batterio, e poi ancora in strani esseri antropomorfi divertiti.
Il cerchio della vita, il movimento perenne. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

Un film che pulsa di vita propria, unico esemplare non più ripetibile, dove la musica era stata costruita con una sola settimana di anticipo, e chissà, raccontano voci di corridoio, anche improvvisata. Eppure, perfettamente calzante.
Concludo così, con un'altra citazione esemplare, lasciata spiccare da Travaglioli sopra le note:

Salvato? No. Sono venuto per dirti una cosa che vedo: c'è una grande oscurità, più lontana del tempo stesso, e oltre l'oscurità c'è una luce che cambia e scintilla, e nel centro dell'universo un occhio che ci vede tutti... tutti..  (da L'uomo dagli occhi a raggi x, di Roger Corman).

 

Futura Tittaferrante