Titolo originale: Jasmine
Nazione: Francia Anno: 2013
Genere: Animazione Durata: 70'
Regia: Alain Ughetto

Per il suo primo lungometraggio animato Alain Ughetto decide di dare letteralmente forma ai propri ricordi biografici grazie alla duttilità della plastilina.
Due sono le storie, due i piani temporali e duplice è la tecnica utilizzata.
Nel presente, le immagini in super8 di una Teheran sgranata provocano nel regista - di cui non sarà mai inquadrato il volto ma soltanto le mani demiurgiche - un riaffiorare di ricordi, che, a trent'anni di distanza, necessitano di essere elaborati. Alain riprende, quindi, la sua vecchia plastilina e dà corpo alla sua storia d'amore con Jasmine, rivoluzionaria iraniana.

A questo punto i piani esistono giustapposti fra loro: vediamo il regista modellare i corpi dei suoi protagonisti e vediamo quest'ultimi vivere e amare nella Teheran di fine anni '70, ricostruita in studio grazie a materiali da imballaggio che le conferiscono un senso di precarietà e ruvidezza che preannunciano l'oppressione che i due protagonisti dovranno subire.

La storia è semplice e universale: in Francia Alain incontra e si innamora di Jasmine. Nell’agosto 1978, quando la rivoluzione spazza via l'odiato regime dello Shah, i due si trasferiscono a Theran nella speranza che una nuova vita sia possibile. L'introduzione della Repubblica islamica distruggerà le loro illusioni, e separerà i due amanti.

Ughetto non lascia dubbi: la storia d'amore è condannata in partenza da un contesto politico inospitale, che trasforma i due protagonisti in pedine prigioniere, incapaci di atti drammatici o colpi di scena ma emblemi di una storia di sogni infranti.

Amara riflessione che non lascia scampo alla speranza, ma che ci regala una delle immagini più belle che meglio sfruttano le potenzialità della plastilina: i due amanti stretti in un abbraccio si uniscono e confondono fra di loro, mescolando forme e colori, perchè l'amore è totalizzante ma non vince su tutto.