In uscita in questi giorni  Cani Selvaggi, di Amanda Vähämäki, le cui tavole saranno in mostra a metà novembre alla galleria D406 di Modena.

Flashfumetto l'ha intervistata a proposito del suo ultimo lavoro.

FF-I ragazzini scampati ad un disastro totale mi ricordano, ovviamente, i ragazzini del Signore delle mosche di William Golding.
Tu prendi la distanza da questa visione distruttiva della società: perchè? 
Credi quindi che sia possibile che un gruppo di ragazzini riinizi a costruire un mondo nuovo?

A-È da un po' che disegno fumetti con dei bambini come protagonisti e mi viene posta la domanda sui bambini e ogni volta mi coglie completamente di sorpresa e non so cosa rispondere.
"Perché ci sono i bambini?" Non lo so.
 Il signore delle mosche non lo sento molto vicino a questo fumetto anche se ci sono i bambini e c'è la spiaggia. Il mio fumetto è piuttosto sulla condizione umana che sulla civiltà (umana). 


FF-Questi ragazzini abbandonati a se stessi mi ricordano anche i ragazzini di Pier Paolo Pasolini nei Ragazzi di vita.
Ti sei ispirata quindi anche a questo tipo di scenario letterario?

A-Per quanto riguarda I ragazzi di vita, che non ho (ancora) letto, siamo abbastanza lontani dalle mie fonti di ispirazione, anche se probabilmente alcuni film di Pasolini hanno condizionato molto come disegno le storie.
Credo che per un gruppo di ragazzini che abbia voglia di costruire un mondo nuovo  si presentino abbastanza problemi, ma  non vedo questo mio fumetto neanche come un ipotetico scenario di come potrebbe essere.


FF-Ho visto che hai inserito degli adulti. Perchè? Chi sono? Perchè sono soppravvissuti?

A- I personaggi di questa storia sono apparsi nei fumetti pubblicati sui primi numeri della rivista Canicola e c'erano sempre degli adulti presenti come turisti al bar.
Gli adulti di Cani selvaggi sono comunque anche abitanti della spiaggia.
Ad un certo punto uno dei bambini annoia un altro dei bambini con le sue visioni sulla recente distruzione totale dell'intera civiltà, ma non è mai constatato che siano davvero andate così le cose. 

FF-Ci sono degli elementi autobiografici all'interno del fumetto (ricordi di giochi d'infanzia, di ricordi di famiglia?)

Guardando le prime pagine del tuo fumetto mi sono rivista bambina quando giocavo, immersa in un mondo tutto mio costruito alla perfezione, con nemici da combattere e seri problemi da affrontare ogni giorno.
Ti sei ispirata ai giochi che fanno i bambini?

A- Probabilmente sì, c'è qualcosa di autobiografico ma non identifico me stessa bambina per niente con questi bambini.

FF-Pensi che questo fumetto possa essere adatto ad un pubblico di lettori infantile?

A-Non saprei. Dipende un po' dal bambino, forse al pubblico di Hunger Games. 

FF Quando hai iniziato a fare i fumetti?

A-A sette anni. 
Sono andata a studiare arte a Bologna con buone intenzioni, ma dopo un paio di tentativi è stato chiaro che dovessi fare fumetti.
Ho iniziato a fare delle autoproduzioni nel corso del 2004.

FF-Hai anche delle altre attività o ti dedichi solo al disegno?
A-Sì, nel senso che non riesco a guadagnarmi da vivere con i fumetti. (Faccio illustrazioni e ogni tanto insegno e sfrutto quello che ancora rimane del welfare del mio paese.) 

FF- Cani selvaggi verrà tradotto in altre lingue?
A-Spero di sì, anche se nulla è ancora deciso.

Qui l'anteprima di Cani selvaggi
Qui il sito della disegnatrice 
Qui il sito di Canicola, qui la pagina facebook. 
Qui
per leggere l'intervista di Flashfumetto ad Anna De Florian sul suo ultimo libro, Roghi