Ed eccoli qui i nostri vincitori, gli abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande per dare maggiori informazioni su loro stessi e sul loro modo di vedere il mondo dell'illustrazione e del fumetto, ma soprattutto come hanno visto il tema che quest'anno è stato molto introspettivo e particolarmente complesso.


Primo classificato per la Sezione Flashfumetto:
Federico Manzone

1) Cosa rappresenta per te il fumetto?
Per me il fumetto è uno dei tanti linguaggi possibili. Ha però in sè un pò di tanti ingredienti come la potenza delle immagini, l'evocazione della letteratura e della poesia e la vitalità del cinema. Utilizzo questo linguaggio perchè mi piace raccontare piccole storie e fin da bambino non ho fatto altro che disegnare.
2) Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso "Noi gli altri"?
Mi è stato suggerito da un caro amico che aveva partecipato e vinto l'anno scorso. Mi è sembrata una buona sfida per confrontarmi e concludere finalmente una storia. Mi piace molto tentare di dire qualcosa in poco spazio.
3) Qual è stato il tuo approccio al tema?
Per non essere banale o moralista, ho cercato di prendere il tema con un pò di distanza, girandoci attorno fino a trovare l'aspetto più curioso. Sono finito a parlare di solitudine nella folla, di diversità per lo più sentita dal soggetto ed ignorata dalla maggioranza, e di amore fuori misura.

Seconda classificata per la Sezione Flashfumetto:
Giorgia Cecchini

1) Cosa rappresenta per te il fumetto?
Il fumetto lo vedo come un mezzo di espressione molto particolare, che consente e apre a innumerevoli aspetti, alcuni forse ancora non abbastanza approfonditi e che invece potrebbero mostrare una grande forza e intensità.
2) Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso "Noi gli altri"?
Una ragione precisa, ad essere sincera, non c'è; ho deciso di partecipare sia perchè poteva essere una buona opportunità per mettersi a confronto in un contesto più ampio, ma soprattutto perchè mi dava la possibilità di conoscere meglio il fumetto stesso.
3) Qual è stato il tuo approccio al tema?
Ho pensato il tema "Noi e gli altri" come alla diversità e all'incomprensione che si può avvertire tra le diverse generazioni, ed anche a quella sensazione del "diverso" che molto spesso nasce dai nostri stessi pregiudizi e ritroviamo in infiniti esempi nel nostro quotidiano, come quando osserviamo il bucato steso ad asciugare.

Segnalato per la Sezione Flashfumetto:
Vincenzo Palombino

1) Cosa rappresenta per te il fumetto?
Il fumetto è l'unica maniera che ho per esprimermi. Ho sempre desiderato creare qualcosa con le mie mani, essere l'unico artefice dei destini di personaggi inventati e dato che non sono molto bravo con le parole credo che il fumetto sia la forma d'arte che meglio riesce a far scaturire la valanga di idee ed emozioni che voglio raccontare.
2) Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso "Noi gli altri"?
Avevo già partecipato due anni fa al concorso e visto che allora la mia opera era stataapprezzata ho deciso di riprovarci, sperando di essere maturato nel frattempo.
3) Qual è stato il tuo approccio al tema?
Cerco sempre di affrontare il rapporto tra noi stessi e gli "altri" nelle mie storie. In particolare in questo ho voluto rapprensentare il disagio che si prova nel sentirsi stranieri in una città che non ci accoglie sempre benevolmente e che ci scansa.

Segnalata per la Sezione Flashfumetto:
Serena Schinaia

1) Cosa rappresenta per te il fumetto?
Cinema statico, pittura dinamica, letteratura disegnata.
2) Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso "Noi gli altri"?
L'interesse per: le relazioni umane, i rapporti di coppia, il senso di colpa, le potenzialità metaforiche del racconto.
3) Qual è stato il tuo approccio al tema?
L'esasperazione di una situazione paradossale.

 

Primo classificato per la Sezione Yoda:
Raffaele Sorrentino

1) Cosa rappresenta per te il fumetto?
Un letto caldo, un letto che possiede uno scorrere del tempo proprio, più dilatato.
2) Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso "Noi gli altri"?
In primo luogo, la possibilità di affrontare attraverso il concorso diversi temi che sento particolarmente vicini, vincolato però da direttive ben precise. In secondo luogo il confronto con altri autori.
3) Qual è stato il tuo approccio al tema?
Ho cercato di interiorizzare la storia che volevo raccontare, mescolando eventi reali, intimi e autobiografici con altri di fantasia. Ho scritto la storia sotto forma di racconto breve, dal quale sono partito per muovermi all'interno della stesura del soggetto e nella fase successiva del disegno.

Secondo classificato per la Sezione Yoda:
Roberto Di Rocco

1) Cosa rappresenta per te il fumetto?
Una vera e propria sfida sul trovare la giusta forma alle mie idee, cercando di comunicare messaggi ed emozioni.
La cosa che riesco ad apprezzare quando inizio un lavoro è la libertà sulle scelte, inventarsi dei personaggi, le scenografie...una fotografia mobile.
2) Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso "Noi gli altri"?
In realtà è la terza edizione del concorso flashfumetto a cui partecipo. Le opportunità date sono numerose, dall'esposizione collettiva durante il festival Bilbolbul all'opportunità di far visionare il lavoro a giurie esperte. 
In particolare per questa edizione il tema assegnato ha da subito suscitato in me la possibilità di esprimere e "immaginare" un messaggio sociale.
3) Qual è stato il tuo approccio al tema?
Durante il periodo del concorso sono partito in viaggio per visitare il Perù. Approfittando del tema "Noi e gli altri" ho cercato di osservare e leggere le varie situazioni che mi circondavano per poter costruire pensieri e spunti per il fumetto. Indagando e intervistando diversi personaggi mi premeva  farmi un'idea sulle ondizioni sociali di quel paese e purtroppo ho scoperto moltissime problematiche che hanno messo e continuano a mantenere un paese in ginocchio. In seguito alle interviste, il tema che più mi ha colpito è la condizione femminile nei villaggi, che, unito alla presenza e al contatto visivo con i cimiteri, sfondo continuo dell'urbanizzato, hanno ispirato la mia storia. 

Terza classificata per la Sezione Yoda:
Katia Piccinelli

1) Cosa rappresenta per te il fumetto?
Il fumetto in quanto mestiere è un mestiere faticoso, faticosissimo. Issimo.
2) Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso "Noi gli altri"?
I conigli mi hanno spinta a partecipare, anche volendo non avrei potuto fare altrimenti.
3) Qual è stato il tuo approccio al tema?
Mi sono chiesta come si potesse sentire un coniglietto di Cortazar, chiuso in un cassetto.

Segnalato per la Sezione Yoda:
Jacopo Spampanato

1) Cosa rappresenta per te il fumetto?
Per me il fumetto è molto importante e occupa una parte consistente anche nella mia identità. Uno dei primi modi che ho per definirmi è "aspirante fumettista".Non ho un idea assolutistica. Credo che ognuno possa interpretarlo come meglio crede e di tutti i generi esistenti me ne piacciono molti. Ma personalmente intendo il fumetto come un modo per giocare. Senza nulla togliere al fumetto più impegnato che merita altrettanto. Le opere che mi piacciono di più sono proprio quelle che esprimono concetti elevati con un registro umoristico, che poi è un po' quello che ho cercato di fare con l' opera presentata al concorso. Dove, però, il fattore che emerge è quello goliardico. Per come la vedo io mi ritengo soddisfatto del mio lavoro quando chi lo legge dice "mi sono divertito". Che poi volendo approfondire si trovino elementi che portano a riflettere è successivo. Ma non secondario. Quello che cerco di fare è attirare il lettore con l'umorismo per poi catturarlo con i concetti. Impresa non sempre facile.
2) Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso "Noi gli altri"?
Sicuramente già il fatto di scegliere la strada del fumettista rivela molto del mio carattere. Come mi è stato fatto notare, questo lavoro così solitario, dove non c'è bisogno di imporsi caratterialmente in modo diretto, dove le relazioni con l' esterno, volendo, sono ridotte al minimo. Fa' capire che è un mestiere che si adatta bene ad un emarginato, e io mi considero tale in effetti. Ed è per questo che il tema del "diverso", del' "anticonvenzionale", di "colui che non scende a compromessi con la società", e quindi del' "emarginato", mi è subito stato caro. Tra i diversi progetti che porto avanti spontaneamente c'è proprio uno che tratta questo tema del' emarginazione e quindi della diversità. Per questo motivo, soprattutto, sono stato attratto da subito dal tema proposto anche se poi l' ho sviluppato in modo a sua volta, per lo meno a parer mio, anticonvenzionale. Dove il diverso è interpretato da un uomo qualunque e dove ad un tema così importante e profondo ci si aspetta un trattamento serio a differenza di quello proposto da me.
3) Qual è stato il tuo approccio al tema?
Il mio approccio al tema è stato goliardico. Questo in generale. Credo che sia alla base di ogni cosa buona. Un po' come la pasta per un buon primo, per intenderci. Questo sia in fase di apprendimento che per il semplice intrattenimento. Il primo campo in cui mi industrio quando cerco di realizzare un opera è proprio quello del divertimento. E una cosa che mi divertiva molto era l'idea che ad essere il "diverso" fosse, in realtà, una persona qualunque. E che lo fosse per caso, senza volerlo, dove, anzi, la diversità non è calcolata, non è nemmeno concepibile, addirittura. Il protagonista, infatti, non pensa minimamente di essere stato scamabiato per un tifoso della lazio, del resto come potrebbe non essendo un amante del calcio? Pensa piuttosto di essere troppo elevato per il livello del locale, nello specifico troppo "figo". Con questo la mia intenzione è stata quella di creare un' opera che, giocando sul tema del' equivoco, in maniera diretta e al tempo stesso efficace, invitasse a riflettere che il diverso può essere chiunque.

Segnalata per la Sezione Yoda:
Salvatore Giommarresi

1) Cosa rappresenta per te il fumetto?
Un amante esigente a cui non riesco mai a dir di no.
2) Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso "Noi gli altri"?
Partecipando al workshop si consigliava di raccontare qualcosa preso dal proprio vissuto, ho quindi attinto alla mia esperienza maturata durante il servizio civile, che mi pareva appropriata per il tema di quest'anno.
3) Qual è stato il tuo approccio al tema?
Ho sviluppato una storia ambientata nel campo Sinti qui a Bologna, luogo dove ho svolto il servizio civile, quello che più mi premeva raccontare era questa sorta di convivenza tra questa comunità e i servizi sociali che nonostante la loro veste di "tramite" col mondo "esterno" non riescono poi realmente a creare legami abbastanza salde da superare le barriere degli stereotipi e delle differenze.

 

Questo è tutto quello che il nostro concorso ha regalato a questi giovani talenti.
Come ogni anno la partecipazione e l'entusiasmo sia da parte dei partecipante che degli organizzatori non è mancata, anzi è stata sempre costante e presente. Nella speranza di avere anche l'anno prossimo, la stessa risonanza e lo stesso appoggio vi invitiamo a seguire sempre le nostre iniziative.