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Il rapporto di Brodeck di Manu Larcenet (Coconino Press, 2016)
In un piccolo villaggio di montagna sul confine franco-tedesco, alla fine della Seconda guerra mondiale, un uomo è stato assassinato in circostanze misteriose. Era uno straniero di passaggio: lo chiamavano semplicemente “L’Altro”. Per capire cos’è successo gli abitanti chiamano Brodeck, un ex deportato scampato ai lager e tornato al paese. Dovrà redigere un rapporto sull’omicidio. Coscienzioso e determinato, Brodeck inizia la sua indagine. Ascolta e scrive, annotando i fatti. Diventa la cattiva coscienza degli stessi compaesani che gli hanno dato questo incarico. E poco alla volta penetra nell’abisso del Male, svelando l’insospettabile capacità dell’uomo di commettere i peggiori crimini per ignoranza, crudeltà, razzismo, paura.
Dopo “Lo scontro quotidiano” e i quattro volumi del capolavoro “Blast”, Manu Larcenet inizia un altro ipnotico, affascinante viaggio nel lato oscuro dell’anima. Per la prima volta si cimenta con l’adattamento a fumetti di un romanzo, il bestseller “Il rapporto di Brodeck” dello scrittore e regista Philippe Claudel. Ma rende la materia interamente sua: una parabola nera, a tratti kafkiana. Con tavole dove dominano i violenti contrasti tra bianco e nero, dove la bellezza di una natura selvaggia, potente e sublime fa da sfondo alla piccolezza e alla meschinità delle azioni umane.