Diario di un addio è il racconto dei cinque anni vissuti in prima persona dall’autore accanto al padre in coma. Il libro è edito da Comma22 e una selezione di tavole sarà in mostra in occasione del BilBolBul, festival internazione di fumetto.

“Era la prima volta che entravo davvero in un ospedale. Fino ad allora c’ero stato solo per cose come nascite o brevi visite a parenti e amici”. Inizia così il racconto dei cinque anni vissuti dall’autore all’interno di un mondo fatto di strani macchinari, luci al neon e barchette di carta costruite per sopportare le lunghe attese in sala d’aspetto.

Pietro Scarnera vive a Bologna, si occupa di comunicazione e giornalismo e cura un blog in cui pubblica i suoi disegni. Nel 2009 ha vinto il concorso legato al Festival Komikazen grazie al progetto per questo libro, edito da Comma22. Ha anche scritto e disegnato una storia breve per Flashfumetto, intitolata “Fedele alla linea!”.

Diario di un addio è nato dall’esigenza di raccontare la storia del coma del padre in seguito alle polemiche sul caso Eluana Englaro. “Mi sembrava che quasi tutti parlassero a sproposito, senza conoscere davvero l’argomento” afferma Scarnera in un intervista rilasciata a LoSpazioBianco. “In particolare mi sembrava evidente che tutti avevano in testa un’immagine falsata del coma e dello stato vegetativo”.

Fin dall’inizio, l’autore ci fa toccare con mano il disagio provocato dal contatto con un mondo parallelo a quello di tutti i giorni, quello della clinica e delle sue sale d’attesa. L’aspetto più interessante del lavoro è forse quello della costruzione delle immagini, che non potevano essere troppo fedeli alla realtà, dato che sarebbero parse troppo “invasive”. Ma non potevano essere nemmeno troppo caricaturali, perché dovevano restituire un’immagine veritiera del coma e del mondo che gli gira intorno. I disegni di Scarnera si adattano bene a questo importante compito, grazie alla loro apparente semplicità e ad un abile uso della bicromia.

Come nota Daniele Barbieri nel suo blog: "il segreto sta (...) in questo non volersi distinguere stilisticamente, in questa narrazione piana, con un disegno molto semplice, dove solo a fatica ci si accorge che narrazione e disegno sono invece studiati con estrema cura per evitare i toni più tragici, o quelli più patetici – mentre emerge bene una dimensione affettuosa da cui la tragedia (quella vera) viene fuori quasi naturalmente, senza spinte".

L’intera storia risulta essere un tentativo di conservare la memoria del padre di Pietro, la memoria di un uomo la cui identità sembra essersi persa, come frammentata in tanti piccoli pezzi di un puzzle che l’autore cercherà di ricomporre proprio usando le possibilità grafiche e narrative del fumetto. Si legge d’un fiato questo Diario di un addio, e la sua inaspettata semplicità lascia il segno.

BilBolBul, festival internazionale di fumetto, dedicherà una mostra a Pietro Scarnera dal 4 al 31 marzo 2011 presso la libreria Feltrinelli di Piazza Ravegnana a Bologna, in collaborazione con l’Associazione Mirada.

Diario di un addio
Pietro Scarnera
Comma22
80 pagine in bicromia
Euro: 12

----

Armando Mercuri, 7/02/2011