Se non siete particolarmente interessati al brulicante scenario del cinema horror indipendente italiano, probabilmente non avete mai sentito parlare di Roberto Loiacono. Eppure questo giovane regista, con il suo FTD studio, ha già diretto vari cortometraggi dell'orrore, oltre al lungometraggio Zona 3, un action horror che offre ottimi spunti.

E allora diciamo subito che Hellequin, tratto da una storia a fumetti di Andrea Cavaletto (che collabora attivamente alla sceneggiatura del corto) è un buon prodotto, ben girato e ben recitato. Fulcro di tutta la vicenda è il corpo femminile inteso come espressione del desiderio, qui degnamente idealizzato nel personaggio di Madame Hellequin (Ludmilla Radchenko), spogliarellista specializzata in spettacoli gothic.

Una storia sul desiderio dunque, e prima di tutto su come il desiderio possa trasformarsi in ossessione e su come le ossessioni possano cambiare radicalmente le priorità e la vita di un uomo. Il protagonista segue Madame Hellequin, la adora, la venera, la cerca continuamente. E mentre si fa sempre più consapevole di come questo rapporto morboso lo stia cambiando, scopre che la sua "amata" farà uno spettacolo proprio nella città dove vive e decide che è tempo di vederla. Qualunque conseguenza ciò possa comportare.

Il corto, girato tra Salassa e Rivara (due comuni della provincia di Torino), ha già partecipato a vari festival di settore e ha ottenuto un passaggio televisivo su Coming Soon Television pochi mesi fa. Il DVD, stampato un primo tempo in edizione limitata per il solo territorio torinese, è andato esaurito in breve tempo e si sta quindi pensando a una riedizione.

Pur non essendo un capolavoro imprescindibile, Hellequin si avvicina molto a quello che dovrebbe essere idealmente l'horror italiano: un sapiente connubio di sesso, violenza e sottile inquietudine, incorniciate da un'atmosfera costantemente in bilico tra saggezza e follia.

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Alessandro Diele (12/7/2010)