IL FOTOGRAFO

Emmanuel Guibert – Didier Lefèvre – Frédéric Lemercier

COCONINO

 


Abbiamo letto in anteprima la ristampa in un unico volume de Il fotografo, con una nuova traduzione (pare che Guibert fosse molto scontento della precedente), e che verrà presentato dalla Coconino all’interno di BilBOIlbul 2010. Durante il festival ci sarà più di un’occasione per conoscere quest’importante opera e approfondire alcuni temi legati al reportage a fumetti: una mostra alla Cineteca di Bologna (che affianca i disegni di Guibert alle fotografie di Lefévre), proiezioni del documentario À ciel ouvert, realizzato dal medico capo della spedizione in Afghanistan di cui si racconta nel fumetto, e un incontro alla biblioteca Renzo Renzi tra Guibert e Massimo Sciacca, in collaborazione con la facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna. Per vedere i dettagli di tutte le iniziative visita il sito di BilBOlbul.

Il fotografo, monumentale opera di quasi 300 pagine, racconta il viaggio che il fotografo Didier Lefèvre (morto di infarto nel 2007, nemmeno cinquantenne) compì nel 1986 in Afghanistan, durante la guerra con la Russia, al seguito di una spedizione di Medici Senza Frontiere. Dopo un viaggio durato quattro mesi, Lefèvre torna a Parigi con 4 mila negativi; negli anni seguenti tornerà numerose volte in Afghanistan, e realizzerà reportage fotografici anche in altre zone ad alta criticità. Molti anni dopo, il suo amico fumettista e illustratore Emmanuel Guibert, gli propone di fare un libro sulla sua avventura afghana. Nasce Il fotografo, sceneggiato e disegnato da Guibert, sulla base dei ricordi e delle fotografie di Lefévre. A Frédéric Lemercier, che si occupa dell’impaginazione del libro, spetta invece il difficile compito di far convivere sulla pagina disegni e fotografie. Il fotografo viene pubblicato in Francia tra il 2003 e il 2006 in tre volumi, che rispecchiano tre diverse fasi dell’odissea di Lefèvre: il durissimo viaggio attraverso le montagne del Nuristan, l’arrivo e il soggiorno nel villaggio afghano di Zaragandara, il drammatico viaggio di ritorno in solitaria, dove Lefèvre rischia di morire.

Accostare due diverse tecniche artistiche, è sempre un’operazione molto delicata e rischiosa. Lo è in particolare per fumetto e fotografia, dove il pericolo dell’“effetto fotoromanzo” è sempre in agguato. Eppure Guibert, Lefèvre e Lemercier sono riusciti perfettamente nell’operazione. Il tratto realistico ma estremamente sintetico di Guibert (una sorta di “linea chiara” aggiornata sulla tecnica fotografica) si integra perfettamente con il reportage, coinvolto e mai oleografico di Lefèvre. Le due tecniche si integrano e si supportano a vicenda, ma mantenendo sempre il loro valore specifico: di narrazione nel fumetto, di testimonianza nella fotografia.

Capita di trovare pagine completamente disegnate, o soltanto con fotografie; ma nella maggior parte dei casi i due mezzi espressivi dialogano sulla stessa pagina, a volte con perfetta corrispondenza: in una vignetta disegnata si vede Lefèvre scattare una fotografia, in quella successiva vediamo la fotografia realizzata. Ovviamente la successione non è sempre così didascalica, ma il principio resta identico: la fotografia conferisce concretezza alla storia (a volte in modo molto duro: alcune fotografie sono particolarmente scioccanti), mentre il disegno ricostruisce la successione del viaggio, svela quello che sta dietro agli scatti e conferisce il ritmo di lettura.

Guibert non è nuovo alla biografia basata sulle vicende personali che gli vengono raccontate: nel 2000 aveva già realizzato La guerra di Alan, fumetto incentrato sui ricordi di un suo amico ex soldato americano combattente sul fronte europeo durante la Seconda Guerra Mondiale (puoi leggere una recensione di Luigi Siviero e vedere un video della particolare tecnica utilizzata da Guibert per realizzare il libro). Ne Il fotografo testimonia una volta in più la sua capacità di dare forma al materiale dei ricordi, di entrare, attraverso il dialogo con i protagonisti, nel racconto che gli viene narrato: il suo sincero coinvolgimento è il principale strumento che permette anche a noi lettori di affrontare il viaggio insieme a Lefèvre. Viaggio di testimonianza, senz’alcuna retorica, del duro lavoro di Medici Senza Frontiere e di un popolo distrutto dalla guerra.


Il fotografo
Emmanuel Guibert – Didier Lefèvre – Frédéric Lemercier
Prefazione di Adriano Sofri
Postfazione di Sergio Cecchini (Medici Senza Frontiere Italia)
A colori
280 pagine
Coconino 2010

 

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Fabio Sera, 26 febbraio 2010