comunicato:

 

RAM Hotel è lieta di presentare:
"LEBE - an anthology of african gods" - personale di Martina Merlini

Opening: venerdì 26 ottobre h18.30
via s.valentino 1/f Bologna

http://ramhotel.ramdes.net/
http://cargocollective.com/martinamerlini

Martina Merlini, classe 1986, è un'illustratrice bolognese. Nel 2009 organizza la mostra itinerante di serigrafie LOOP, collabora con la galleria d'arte contemporanea milanese Assab One per l'allestimento e l'ideazione di eventi artistici, con numerose riviste e etichette indipendenti. Dal 2010 intraprende il progetto installativo Asylum, con Tellas. Attualmente vive e lavora a Milano dove collabora con Vice Italia.

Dall'introduzione di Elena Orlandi: "Maschere africane dagli occhi socchiusi emergono dal nero pece, mentre una pantera si muove sinuosa nel vuoto. Dietro le maschere gli africani delle antiche tribù abbandonavano la loro identità e dialogavano con il mondo dell'aldilà, diventando spiriti essi stessi, con corna, bocca sporgente o completamente assente, linee sul volto, mento allungato, orecchie a sventola, cerchi tracciati su fronte e guance. Gli stilemi geometrici e astratti, dal significato simbolico, ritornano grazie alla grafite pastosa di Martina Merlini, che persegue la stessa ricerca di equilibrio e armonia estetica nei suoi murales o attraverso l'iperrealistica rappresentazione di animali (spesso uccelli, qui un felino) che ignari o saggi si muovono per il mondo che noi maltrattiamo. Il mondo là fuori ci guarda. Gli oggetti che compulsivamente accumuliamo e dimentichiamo: libri mai letti, zucchine ricoperte di una malsana patina di umidità, vestiti spiegazzati, elettrodomestici usa e getta schermano lo sguardo ipnotico degli abitanti originari. Le maschere e la pantera di Martina, con la loro ieraticità e con il felpato velluto dei suoi passi, incatenano i nostri occhi e tentano di riportarci più vicino al senso del mondo e al nostro, che cerchiamo di rimuovere zavorrando la nostra esistenza a una permanenza impossibile. Martina Merlini ci invita alla contemplazione della bellezza ferina, mitica, arcana. Persi nel seguire le eleganti mosse della pantera o a chiederci cosa si nasconda dietro gli occhi chiusi delle maschere, intrappolati nei labirinti di geometrie perfette o nelle gabbie astratte che bloccano gli uccelli, ci pare di ricordare per un attimo."