di Giuseppe Peruzzo

“Produrre racconti a fumetti con autori italiani per il mercato internazionale”: con questo proposito il Gruppo Editoriale l’Isola Trovata lancia nelle edicole nel giugno 1982 il mensile Orient Express. La casa editrice è una Ditta Individuale intestata a Luigi Bernardi, ventinovenne da Ozzano dell’Emilia, e aveva esordito quattro anni prima mandando in libreria alcune opere provenienti dalla migliore produzione internazionale e anche volumi di giovani italiani. È il caso del titolo d¹esordio: Indagini nell’Altroquando, un volume antologico al quale collaborano autori che diverranno famosi e che si ritrovano sulle pagine della nuova rivista: spicca Vittorio Giardino, che nei primi quattro numeri disegna le avventure spionistiche di Max Fridman, ambientate negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale. Accanto ai giovani autori, tutti se non affermati quantomeno già professionali, il mensile ne presenta altri più che noti: la copertina dell’esordio è per la ripresa de Lo Sconosciuto di Magnus, un eroe nero che con soli sei albi tascabili usciti nel ‘75-‘76 era già entrato nella storia del fumetto italiano.
Nei primi numeri della rivista pare preponderare il giallo, ciò che è logico, volendo rispettare il nome della testata. È però soprattutto un’impressione dovuta alla particolare attenzione verso il genere mostrata dai redazionali. Scompartimento omicidi “rubrica mensile su tutto quanto fa giallo, azione e mistero” è coordinata da Loriano Machiavelli, giallista bolognese che un paio d’anni dopo sceneggerà per la rivista un racconto del proprio Sarti Antonio.
La novità più evidente di Orient Express è nel presentare autori italiani, ma non meno importante è l’attenzione data alla solidità delle sceneggiature, in anni in cui le provocazioni di Métal Hurlant sono ancora in Italia facile pretesto per esibire vuoti calligrafismi. Qualche concessione a scelte grafiche meno consuete è con Baldazzini, che plasmerà la bachelitica fissità del suo tratto in uno stile ipnotizzante, e con Fara.
Berardi & Milazzo presentano il detective Marvin, mentre due affermati professionisti come D’Antonio e Tacconi si ritrovano insieme per far fuggire con la macchina del tempo Mac lo Straniero da una futura Terra dominata dalle formiche. Sono la prepubblicazione su rivista di due delle cinque serie di albi con personaggio fisso nel formato facilmente esportabile di 46 tavole, commissionate dal maggior editore di fumetti italiani, Sergio Bonelli. Il suo avvicinamento al fumetto d¹autore, che in questi anni viene facilmente contrapposto al fumetto popolare delle sue edizioni, non si ferma qui e prosegue, parallelamente alla coedizione con Dargaud dell’edizione italiana di Pilote, proprio con Orient Express. Quando la gestione della rivista si fa difficoltosa, l’editore-autore milanese entra come socio: la direzione resta in mano a Bernardi, e i mutamenti sono lievi. Dall’84 la redazione si sposta da Bologna a Milano, dove già veniva seguita l’amministrazione con l’entrata di Bonelli nell’Isola Trovata. (“E io – ci dice Bernardi - trasferito a Milano funzionavo già meno: ci sono stati dei momenti di difficoltà sia nei rapporti col grande gruppo, sia di vita quotidiana”).
La più eclatante novità del periodo milanese di Orient Express è l’arrivo di Ken Parker: è la prima volta che una serie popolare italiana si trasferisce stabilmente su di una rivista di fumetti d¹autore. Iniziano ad apparire alcuni fumetti di importazione: sono autori anche mondialmente famosi, come Moebius e come Alberto Breccia, che su testi di Sasturain disegna Perramus.
La possibilità di produrre materiale originale si era realizzata, e, almeno inizialmente, anche la necessaria vendita dei diritti, come ricorda Bernardi: “Pressochè tutti gli autori erano tradotti all’estero, dove però, dopo un momento di interesse degli editori, una volta pubblicati non riuscirono a sfondare, tranne Giardino che andò piuttosto bene. Le vendite erano state quasi esclusivamente per la pubblicazione direttamente in album, e questi album non si vendevano più di tanto, per cui non c’erano molte royalties. La quota di diritti spettante alla casa editrice sarebbe dovuta servire per diminuire i costi di produzione, ma di fatto questo non è avvenuto”.
Nel marzo 1995 una bandella nera evidenzia bene sulla trentesima copertina la scritta “Ultimo numero”.


Questo è un sintetico estratto, appositamente realizzato dall’autore per il nostro sito, dell’analisi della rivista contenuta in Persone di nuvola – Le riviste di fumetti d’autore, edito da Q Press: nel volume tutte le oltre 140 riviste uscite dal 1965 sono analizzate sia sotto l’aspetto contenutistico-editoriale e sia sotto quello grafico, con inoltre schede, cronologia, interviste inedite, etc.


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