Più o meno in contemporanea, sempre a metà anni Sessanta, un’importante generazione di fumettisti passa per il capoluogo emiliano o inizia a stabilirvisi, ponendo le basi per un processo che ancor oggi va avanti. Fondamentale è la vena creativa dispiegata da Magnus, al secolo Roberto Raviola, un genio irrequieto del Fumetto europeo che sarà tardivamente apprezzato anche dagli intellettuali, dopo aver fatto sognare legioni di lettori con alcuni fra i primi eroi “gialli” per adulti italiani (Kriminal, Satanik) e con il comico Alan Ford.
Intanto, il modenese Franco Bonvicini, a tutti noto come Bonvi, dal suo studio di Bologna di Via Rizzoli porta avanti la striscia antimilitarista Sturmtruppen, sviluppandola insieme al grottesco criminale Cattivik, al detective Nick Carter a Capitan Posapiano. Sono con Bonvi anche i giovani Silver (Guido Silvestri) e Clod (Claudio Onesti), che insieme a Guido De Maria daranno vita in seguito ai "Fumetti in TV" della celeberrima trasmissione Gulp!. Al contesto bolognese, Bonvi si ispira anche per creare un alleato dei caricaturali soldatini nazisti: il fiero italiano Galeazzo Musolesi, Federalen fascisten di San Ciofanni in Persiceten.
La seconda importante tappa che a Bologna crea una saldatura resistente con le “nuvole parlanti” riguarda il '77, con i suoi movimenti e corollari. A prendere vita nella capitale emiliana è il "nuovo Fumetto", sperimentale, d'avanguardia, che respira la stessa aria dei "nuovi media", in coincidenza con la nascita delle radio libere (di controinformazione, a partire dalla mitica Radio Alice) e delle TV private. La fama di città vivibile e accogliente, endemicamente di sinistra, e il lancio in quegli anni della facoltà del DAMS, richiamano a Bologna da mezza Italia un nugolo di giovani artisti (o di giovani che si sentono tali o vogliono divenirlo). Fra questi, ecco fumettisti del calibro di Andrea Pazienza, proveniente dalla Puglia per studiare al DAMS, e del suo collega Filippo Scòzzari, da Rimini. Insieme, dall'appartamento che condividono in Via Clavature, sede della loro “Traumfabrik Productions”, lavoreranno alle riviste romane "Cannibale" e a "Frigidaire", oltre che alla milanese "Alter". Proprio all'interno di questo mensile, Pazienza ambienta in un contesto bolognese di studenti settantesettini e indiani metropolitani il ciclo onirico Le straordinarie avventure di Pentothal e, più tardi, il trascinante romanzo tragico Gli ultimi giorni di Pompeo.
Sempre all’interno di “Alter”, viene lanciato nel gennaio 1983 il progetto “Valvoline Motorcomics”, nel quale si sperimentano nuovi ed esotici incroci grafico-narrativi. Vi partecipa un drappello di fumettisti che flirtano volentieri con l'avanguardia pittorica, come Marcello Jori e Giorgio Carpinteri, ai quali si aggiungono Lorenzo Mattotti, Jerry Kramski (all’anagrafe Fabrizio Ostani), Igort (al secolo Igor Tuveri), Daniele Brolli. Questa atmosfera citazionista, oscillante tra futurismo italiano e costruttivismo sovietico, è respirata anche da altri colleghi, non necessariamente bolognesi, come Antonio Fara, Massimo Giacon, Simonetta Scala, Massimo Iosa Ghini, alcuni dei quali faranno presto rotta verso altre avventure (come l'architettura, il design, la TV).
Qualche anno prima, inaugurata col volume di fantascienza Indagini nell'Altroquando, era sorta a Bologna la piccola etichetta editoriale L'Isola Trovata, fondata da Luigi Bernardi. Già curatore del supplemento a fumetti de “La città futura” (giornale dei giovani comunisti), Bernardi era stato anche consigliere di Beppi Zancan, direttore del mensile a fumetti mondadoriano il "Mago". A Zancan, aveva suggerito (oltre ai talenti comici ravennati di Massimo Cavezzali e a Daniele Panebarco) anche il giovane ingegnere elettronico Vittorio Giardino, proposto sul giornalino della FGCI in una sua versione ancora acerba. Sul "Mago", Giardino avrebbe lanciato nel 1979 le avventure del detective Sam Pezzo, disegnandolo con una linea chiara e meticolosamente dettagliata dal respiro europeo, che contraddistinguerà anche i suoi successivi personaggi, dall’agente di spionaggio antinazista Max Fridman all’ebreo nella Praga stalinista Jonas Fink, senza contare la deliziosa eroina soft-sexy Little Ego.
Nel giugno1982, Bernardi inaugura la sua prima rivista da edicola, "Orient Express", momento di svolta nel suggellamento dei rapporti fra Bologna e il Fumetto. In copertina, campeggia una bella illustrazione di Unknow, disperato protagonista de Lo Sconosciuto di Magnus, "il più grande autore di fumetti che sia e ci sarà in Italia", spiega Bernardi commentando la sua creatura, durante la presentazione del mensile.
In breve, "Orient Express" diviene la rivista tenuta in maggior considerazione dagli addetti ai lavori, quella in cui decine di aspiranti fumettisti ripongono le loro speranze e a cui disegnatori e sceneggiatori "popolari" sognano di approdare non appena siano ritenuti "maturi". Tra gli altri, partecipa a questa avventura Roberto Baldazzini, da Vignola (già collaudato sulla fanzine "Pinguino"), che lavora di preferenza su testi di Lorena Canossa.